Taijiquan

Il Taijiquan (Tai Chi) è una disciplina di origini molto antiche, basata sulla teoria cinese dell’equilibrio degli opposti, lo Yin e lo Yang, e dei movimenti dei Cinque Agenti. Nato come sistema di autodifesa, il Taijiquan è diventato nel corso dei secoli una raffinata e sapiente forma di ginnastica per la salute del corpo e della mente, capace di sviluppare nel praticante leggerezza e solidità, fermezza e dinamicità, consapevolezza e controllo.

Nel nostro Centro proseguiamo la tradizione Li Pai Taijiquan (Taijiquan della scuola Li). Il Li Pai Taijiquan è uno stile unico, rarissimo al di fuori della Cina. Esso è il risultato della fusione di più conoscenze e metodi di combattimento e di mantenimento della salute, integrando in maniera cosciente e metodica sistemi interni ed esterni, di diversa provenienza, in un corpus unico e organico. A causa della sua chiusura verso l’esterno, lo stile è rimasto sconosciuto ai grandi circuiti delle arti marziali cinesi. Questo ha permesso tuttavia il mantenimento integrale degli insegnamenti tradizionali, evitando quegli ammodernamenti e semplificazioni che molti stili hanno subito durante gli anni ’70 e ’80.
Ne risulta uno stile unico nel suo genere, dal sapore molto antico, puro e semplice, in cui è possibile rintracciare tutta la sapienza delle vecchie generazioni. Nel 2014 è stato inserito nella lista del China Intangible Cultural Heritage.

LEGGENDA

Come è consueto nella cultura marziale cinese, anche i maestri e praticanti di Taijiquan tendono ad affondare le radici del proprio stile nella leggenda e ad attribuire la sua creazione ad un personaggio illustre della loro storia.

Secondo la leggenda tramandata di generazione in generazione all’interno delle scuole di Taijiquan, il creatore di quest’arte fu il celebre Zhang Sanfeng, un monaco daoista vissuto probabilmente sotto i Song del sud (1127-1279).

Già nella Cina antica la figura di questo monaco riscuoteva molto successo. Nel Mingshi (Storia ufficiale della dinastia Ming) troviamo un capitolo intitolato “Biografia di Zhang Sanfeng”, secondo cui il monaco visse dal XII al XIV-XV secolo, ossia più di 200 anni. Nella biografia si legge: < Egli era alto, imponente, presentava i segni classici della longevità, cioè i segni della tartaruga e della gru. Aveva grandi orecchie ed occhi rotondi. La sua barba si rizzava furiosamente, come la lama di un’alabarda. D’estate come d’inverno un semplice abito lo ricopriva >.

Secondo quanto si tramanda, Zhang Sanfeng era un grande esperto di alchimia interiore, tant’è che a lui sono attribuite molte opere apocrife sull’argomento.

I fattori che possono spiegare la scelta di Zhang Sanfeng come creatore del Taijiquan sono diversi.

Innanzi tutto si deve considerare l’abitudine cinese di attribuire le invenzioni a personaggi eminenti, la cui biografia si ispiri al modello di vita dei saggi dell’antichità. Un altro fattore da tenere a mente è sicuramente lo stretto legame tra Zhang Sanfeng e il monte Wudang, meta di pellegrinaggi in onore di Zhenwu (il vero guerriero), e centro di sviluppo delle pratiche daoiste. Questo legame è probabilmente un modo per marcare la distinzione tra la tradizione Wudang e quella Shaolin attraverso l’opposizione di un santo daoista al celebre monaco buddhista Bodhidharma, cui è attribuita la creazione delle tecniche di combattimento Shaolin.

Cosa ci dice però la leggenda riguardo la creazione del Taijiquan?

Un giorno, l’eremita Zhang Sanfeng era affacciato alla finestra della sua capanna, quando la sua attenzione fu attirata dallo strano grido di un uccello. Si sporse e vide una gazza (secondo altre versioni un passero o una gru) spaventata, scendere dall’albero su cui si trovava. Ai piedi dell’albero c’era un serpente. Nel duello che seguì, la gazza fu battuta dal serpente, il quale combatteva con flessibilità e con movimenti curvilinei. Zhang Sanfeng capì allora che la flessibilità era più efficace della rigidità, come ricordano diversi passi del Laozi, capì l’importanza dell’alternarsi dello Yin e dello Yang anche nelle fasi del combattimento ed elaborò così i primi movimenti basilari del Taijiquan.

Un’altra leggenda invece ci racconta di come Zhang Sanfeng avesse appreso le tecniche di combattimento durante un sogno. Si legge infatti nel Ningbo fuzhi: < Songxi aiutava la gente ed eccelleva nel combattimento a mani nude. Il suo maestro era Sun, il tredicesimo venerabile, che diceva di aver appreso la sua arte da Zhang Sanfeng, della dinastia dei Song… Una notte Zhang Sanfeng, nel sonno, ebbe l’apparizione dell’imperatore nero Xuandi, che gli insegnò un metodo di combattimento a mani nude. Il giorno dopo, al suo risveglio, fu in grado di uccidere da solo più di cento banditi >.

Molti sostengono però che Zhang Sanfeng si fosse limitato a modificare alcuni movimenti provenienti dalla tradizione Shaolin. Si dice che Zhang Sanfeng, resosi conto dell’eccessivo uso della forza muscolare da parte dei monaci di Shaolin elaborò un sistema di movimenti che facesse affidamento sull’energia interiore attraverso il respiro.

STORIA

  • La famiglia Chen

Allo stato attuale delle nostre conoscenze, sappiamo che il termine “Taijiquan” appare scritto per la prima volta solo verso la fine del XIX secolo, in un’opera attribuita ad un membro della famiglia Chen, considerata la fondatrice storica dell’arte del Taijiquan.

Quest’opera, Chen shi Taijiquan tushuo (Trattato illustrato del Taijiquan della famiglia Chen), è stata scritta da Chen Pinsan, membro della famiglia Chen, e contiene due prefazioni datate rispettivamente 1921 e 1929 insieme ad un’introduzione del 1919.

Nel trattato troviamo in appendice anche un albero genealogico dedicato ai membri della famiglia Chen che si sono dedicati alla pratica marziale.

Chen Pinsan afferma che il creatore del Taijiquan fu Chen Wanting, capostipite della famiglia. Questi nacque alla fine della dinastia Ming e prestò servizio alla corte imperiale. Nel 1618, gli furono conferiti incarichi militari nelle province dello Shandong, dello Zhili e del Liaoning.

Dopo la caduta della dinastia Ming (1644), Chen Wanting si ritirò a Chenjiagou (villaggio della famiglia Chen), nel distretto di Wen della provincia dello Henan. Pare che in questi anni di ritiro dagli impegni militari Chen creò il Taijiquan.

Studi approfonditi hanno dimostrato che molto probabilmente il Taijiquan creato da Chen Wanting fosse una sintesi del Paochui (pugni cannone) e delle ventinove posizioni descritte dal generale Qi Jiguang (1528-1587) in un breve trattato, il Quanjing (Classico della boxe), contenuto nel Jixiao xin shu.

Uno dei discendenti di Chen Wangting, Chen Changxing (1771-1853) ebbe un ruolo fondamentale nella storia dello stile. Anzitutto egli ebbe molti discepoli e grazie a lui il Taijiquan poté uscire fuori dalle porte di Chenjiagou. Uno dei suoi discepoli infatti fu Yang Luchan, originario dello Hebei, il quale fondò la scuola Yang che si diffuse in tutta la Cina divenendo la scuola principale di Taijiquan. Chen Changxing inoltre codificò le sequenze che si tramandavano all’interno della sua famiglia e creò due sequenze lunghe, che costituiscono il nucleo della cosiddetta “vecchia intelaiatura” o Laojia.

Quasi nello stesso periodo altri due membri della famiglia, chen Youheng e Chen Youbeng, apportarono delle modifiche all’aspetto esteriore delle forme codificate da Chen Changxing, creando così la famosa “piccola intelaiatura” o Xiaojia.

Un altro famoso membro della famiglia Chen fu Chen Zhongxing (1809-1871). Questi partecipò alla lotta contro i Taiping e i Nian, due organizzazioni che fomentavano i sollevamenti popolari e anti-manciù, in un’occasione particolare nell’anno 1853.

Dalle forme dai principi tramandati all’interno del villaggio della famiglia Chen presero vita altre scuole di Taijiquan sempre più semplici e alla portata di tutti, che si diffusero presto nella capitale e nelle maggiori città di tutta la Cina.

La diffusione su larga scala del Taijiquan ha ostacolato tuttavia la sopravvivenza delle forme più antiche di quest’arte, tanto che, quando alla fine degli anni ’20, i due maestri Chen Zhaopi e Chen Fake si recarono a Pechino (dove lo stile Yang si stava diffondendo tra la popolazione), molti praticanti di Taijiquan non avevano mai sentito parlare della tradizione della famiglia Chen.

Chen Fake in seguito ristrutturò la sua forma, rendendola più dinamica e bella a vedersi, dando vita a quella che oggi viene definita “nuova intelaiatura” o Xinjia.

  • La famiglia Yang

Se la famiglia Chen è considerata la culla del Taijiquan, la famiglia Yang fu l’artefice principale della sua diffusione su larga scala.

Yang Luchan (1789-1872), come già detto, fu discepolo di Chen Changxing.

Yang proveniva dal distretto di Yongnian nella provincia dello Hebei, dove imparò il Changquan delle 32 posizioni di Song Taizu. Si arruolò molto giovane nelle milizie del suo distretto, poiché era rimasto senza genitori.

Sotto consiglio del suo maestro si recò al villaggio Chenjiagou per studiare il Taijiquan.

Poiché Chen Changxing insegnava soltanto ai membri della sua famiglia, negò l’insegnamento a Yang Luchan, ma lo accolse nella sua famiglia come servitore. Come spesso accade nei racconti cinesi, pare che il giovane Yang spiasse le lezioni del maestro e si allenasse di nascosto. Un giorno però venne scoperto e fu costretto a mostrare cosa aveva imparato di fronte al maestro. Chen Changxing, stupito della bravura del giovane Yang, decise di insegnargli l’arte della famiglia Chen.

Dopo anni di studio Yang Luchan tornò nello Hebei ed iniziò ad insegnare il Taijiquan alla gente del suo villaggio.

In seguito si spostò a Pechino, dove fondò la prima scuola di Taijiquan della capitale. Con lui inizierà il processo di spostamento del Taijiquan dalle campagne verso le città.

A pechino Yang insegna all’esercitò manciù ed ebbe come allievi molti membri della corte imperiale.

I tre figli di Yang Luchan svilupparono ciascuno un proprio modo di praticare lo stile insegnatogli dal padre.

Yang Banhou si specializzo’ nella “ Piccola Struttura “, nella quale i movimenti erano più piccoli.

Yang Jianhou si dedico’ ad una “ Media Struttura “, ed infine Yang Fenghou pratico’ la “ Grande Struttura “ ereditata dal padre. In quel periodo vi era un maestro di nome Liu che aveva un migliaio di allievi.
Un giorno egli sfido’ Yang Banhou (1837-1892), che allora era molto giovane e di natura bellicosa. Questi accetto’ senza esitazione la sfida. Durante il combattimento, che aveva attratto centinaia di persone, Yang Banhou gettò a terra il suo avversario con uno sbalorditivo colpo del suo palmo. Da allora anche lui venne chiamato “ l’invincibile Yang “.

Il numero di persone che volevano imparare il Taijiquan comincio’ ad aumentare. Yang Luchan comincio’ a cancellare gradualmente dalla serie originale, le azioni difficili, i salti, le esplosioni di forza ed i vigorosi passi stampati.

Dopo la revisione del suo terzo figlio Yang Jianhou  (1839-1917), questa serie di movimenti venne ad essere conosciuta come “ Zhong Jia “ (Media Struttura).

In seguito la forma fu ancora revisionata da Yang Chenfu (1883-1936), il terzo figlio di Yang Jianhou, e finalmente sviluppata fino a divenire “ Da Jia “ (Grande Struttura).

Lo stile di Yang Chenfu era diverso da quello di suo zio Yang Banhou conosciuta con il nome di “Xiao Jia”  (Piccola Struttura).

  • La scuola Li

Il Li pai Taijiquan (Taijiquan della scuola Li), conosciuto anche come Li pai Quanfa (Metodo della scuola Li), è uno stile unico, estremamente raro al di fuori della Cina.
A un’analisi attenta sarebbe difficile far rientrare questo stile all’interno delle categorie cui si è abituati catalogare i metodi di combattimento tradizionali cinesi, poiché nella sua natura eclettica e sincretica il Li pai Taijiquan sfugge a ogni parametro di classificazione canonico: metodo interno o metodo esterno? Stile del Nord o stile del Sud?
Sebbene ogni stile tradizionale cinese presenti in sé una parte interna e una parte esterna e sia il risultato della fusione di più conoscenze e metodi di combattimento e di mantenimento della salute, il Li pai Taijiquan risulta essere uno stile che fonde in maniera cosciente e metodica sistemi interni ed esterni, di diversa provenienza geografica, in un corpus unico e organico.
Lo stile è il prodotto finale della ricerca e del perfezionamento di diversi metodi di combattimento come il Taijiquan del Nord (lignaggio di Yang Luchan), il Taijiquan del Sud(lignaggio di Gan Danran), lo Yue shi Xinyiquan di Yue Qingshan, il Baguazhang di Dong Haichuan e un particolare metodo dello Shaolin del Nord.
Lo stile appare come una combinazione unica di stili interni e stili esterni, in cui gli elementi dei primi supportano e sviluppano gli elementi dei secondi e viceversa. La particolarità dello stile risiede nel saper riassumere in modo comprensivo e coeso differenti metodi e principi, in un sistema completo ed eclettico, capace di fondere insieme il duro e il morbido, l’interno con l’esterno. Un’altra particolarità che rende unico il Li pai Taijiquan è il fatto che, sebbene lo stile unisca armoniosamente diversi metodi, lo studio di ogni metodo può essere intrapreso separatamente come un sistema a sé.
Lo stile comprende al suo interno tre sistemi distinti: Shaolinquan, Yue shi Xinyiquan e Taijiquan.
Ognuno di questi tre sistemi può essere praticato e studiato separatamente, come uno stile a sé stante, ma, congiuntamente agli altri, rientra all’interno di un insieme più ampio e fortemente coerente. Osservando i movimenti del sistema Taijiquan, ad esempio, si nota l’influenza dello Xinyiquan ed emergono elementi dello Shaolinquan.
In tempi passati, così come oggi, i praticanti del Li pai Taijiquan sceglievano, secondo le proprie inclinazioni ed esigenze, se iniziare lo studio con uno o l’altro sistema. Solitamente si intraprendeva da giovani lo studio dello Shaolinquan, più dinamico ed energico, per poi passare dopo molti anni allo studio del Taijiquan e dello Xinyiquan.
Il Li pai Taijiquan, oltre alla parte marziale, presenta anche una parte meditativa, sia statica (in piedi, seduti e sdraiati) che dinamica, nonché numerosi esercizi di Qigong.
Nello stile si dice: “esprimere il Dào attraverso l’arte marziale”. Con il suo particolare metodo di allenamento lo stile incarna i principi e le leggi che soggiacciono ai cambiamenti tra Yin e Yang e le interrelazioni dei cinque agenti; lo stile riflette completamente la visione del movimento cosmico di divisione e unione, unione e divisione in cui tutto si muove incessantemente e tutto fa ritorno alla propria origine, anche l’uomo e la sua arte marziale.
A causa della sua chiusura e della sua difficoltà, lo stile è rimasto piuttosto sconosciuto ai grandi circuiti delle arti marziali cinesi. Questo ha permesso tuttavia un mantenimento integrale degli insegnamenti tradizionali, evitando quegli ammodernamenti e semplificazioni che molti stili hanno subito durante gli anni ’70 e ’80. Ciò che è stato conservato è uno stile unico nel suo genere, capace di unire in maniera organizzata e completa metodi interni ed esterni, combattimento e pratica interiore. I movimenti dello stile, in ognuno dei suoi tre sistemi, riflettono un’attenzione estrema all’efficacia (sia sul piano marziale, sia sul piano della salute), a discapito della bellezza e della spettacolarità. Ne risulta uno stile dal sapore molto antico, puro e semplice, in cui è possibile rintracciare tutta la sapienza delle vecchie generazioni.

LI RUIDONG, CAVALIERE DEL VENTO NERO

Il creatore del Taijiquan della scuola Li fu il maestro Li Shuxun (1851-1917), più conosciuto come Li Ruidong “il saggio delle nubi”, famoso nell’ambiente marziale come “il cavaliere del vento nero”. Poiché era nato con il labbro leporino il maestro era conosciuto anche come Bizi Li ossia “naso Li”. Egli nacque e visse nel villaggio Wuqing (oggi distretto di Tianjin) nella provincia dello Hebei all’interno di una famiglia facoltosa. L’agiatezza della sua famiglia gli permise di potersi dedicare liberamente agli studi letterali e alle arti marziali, senza limiti di tempo. Egli dedicò l’intera vita alla ricerca e allo studio delle arti marziali sotto la guida di molti grandi maestri del suo tempo, raggiungendo l’essenza di ogni metodo interno ed esterno praticato. Da giovanissimo studiò insieme a Li Laosui lo stile Chuojiao, il Tantui con Wang Zifu, seguì gli insegnamenti di Dong Haichuan nel Baguazhang, praticò lo Shaolinquan con il maestro buddhista Huihai e studiò insieme al suo fratello di allenamento Wang Lanting il Taijiquan del Nord (stile Yang) e il Taijiquan del Sud (Wudang).

Egli in seguito organizzò sistematicamente tutti i metodi imparati in vita, raffinandoli fino alla purezza. Mise a punto il Wuzhen Pai Shaolin Neilang Mifa Quan (Pugno della tecnica segreta della stanza interna di Shaolin della setta Wuzhen), lo Xinyi Shier Xing, (Dodici forme del Cuore-mente) e infine creò magistralmente un nuovo sistema di Taijiquan, che avrebbe costituito poi il nucleo principale del metodo Li. Grazie alla preziosa collaborazione del suo fratello giurato Wang Lanting (discepolo di Yang Luchan, Gan Danran e Dong Haichuan), egli mise insieme, fondendo in un sistema comprensivo e ben strutturato, l’essenza di ogni stile appreso, creando il Taijiquan della scuola Li. Essendo stato un lavoro a quattro mani, i praticanti dello stile preferiscono utilizzare la dicitura “Taijiquan della scuola Li” (Li pai) piuttosto che “Taijiquan della famiglia Li” (Li shi), in onore e in rispetto dell’enorme contributo dato dal maestro Wang Lanting alla creazione dello stile.

Inizialmente il metodo creato dal Li Ruidong era conosciuto nell’ambiente marziale come Taijiquan della scuola di Wuqing, ma il suo nome originale era Metodo del Taiji della setta della Rana d’Oro.

Il maestro Li Ruidong praticò e ricercò profondamente l’arte marziale, la sua destrezza era senza pari, tanto da diventare una vera autorità nell’ambiente marziale e un professionista dell’arte, tanto da diventare famoso tra i maestri dell’epoca come “il cavaliere del vento nero”.

Ricoprì l’incarico di istruttore presso il palazzo imperiale, insegnante personale della famiglia imperiale Qing, Capoistruttore delle milizie e istruttore generale di Wushu della scuola di Pechino.

Il maestro proponeva le arti marziali come mezzo per “rinforzare le persone e il paese”, creò insieme ad un gruppo di alti esperti dell’arte la “Società dei marzialisti cinesi” e diresse la “Società degli eroi”.

Il maestro Li utilizzò l’arte marziale per coltivare l’amicizia, allacciando rapporti con centinaia di maestri di altri stili. Egli aveva un animo benevolo, si adoperava per soccorrere i bisognosi, curare gli ammalati e i disagiati. I racconti sulla sua benevolenza e la sua rettitudine insieme agli aneddoti fantastici della sua vita vengono ancora narrati nel mondo delle arti marziali.

EVOLUZIONE DELLO STILE 

Li Jiying

Li Jiying (1884 -1962), terzo figlio di Li Ruidong, possedeva un talento innato ed era completamente dedito allo studio. Fin dalla tenera età seguì suo padre e i suoi fratelli maggiori nella pratica, raffinando in particolar modo il metodo del Taijiquan. Studiò a fondo con costanza e perseveranza, ricevendo la vera trasmissione dello stile. Raggiunse una autentica abilità nell’arte e delle capacità uniche, al pari delle vecchie generazioni. La sua capacità di concentrazione era estremamente elevata, la sua agilità (qinggong) formidabile. Ogni volta che si confrontava con un avversario, al solo contatto l’altro perdeva immediatamente, con una piccola emissione di suono l’altro volava via. Si dice che eccelleva nel Palmo dei cinque tuoni (wuleizhang), ma a causa della sua natura modesta, egli non mostrava mai alla gente questa sua abilità. Egli diceva sempre: “Nella pratica non si deve ricercare la tecnica immediata, solo la costanza assicura il successo.” Il famoso maresciallo He Long, che fece personalmente visita al maestro Li, dopo aver visto dal vivo la sua capacità e la sua abilità, esclamò: «Quello che ho visto e udito non ha precedenti. Estremo è il suo Taiji, sensazionale il suo spirito!». Il maestro era anche esperto in medicina, durante la sua vita aiutò e salvo molte persone.

Chen Jixian

Chen Jixian (1882 -1962),  compaesano del maestro Li Ruidong, fu il suo più giovane discepolo. Da giovane fu molto dedito al suo maestro, tanto da accompagnarlo fedelmente durante i suoi soggiorni nella capitale, prendendosi cura di lui. Li Ruidong gli trasmise integralmente il Wuzhen Pai Shaolin Neilang Mifa Quan e lo Xinyi Shierxing Quan. Grazie alla sua intelligenza, alla sua sensibilità e la sua intuizione, nonché alla completa sincerità nei confronti del maestro e al suo impegno nello studio, Chen Jixian divenne il discepolo preferito del maestro Li. Così ricevette la vera essenza dell’arte. Chen Jixian era estremamente abile ed eccelleva in diversi campi: oltre ad una capacità di concentrazione mentale rarissima, aveva una potenza e una agilità formidabile. Si dice che fosse in grado di saltare fino al tetto di una casa e camminare lungo i muri.

Zhang Wansheng

Zhang Wansheng (1930 -1990), nativo di Langfang, nella provincia di Hebei, iniziò sin da giovane a studiare lo Erlanquan e Muzi Zhangyuequan. In seguito prese come maestro Chen Jixian, studiando lo Shaolinquan della scuola Li e lo Xinyiquan. Il maestro aveva la capacità di imparare molto velocemente, bastava che studiasse una tecnica una sola volta, per ricordarla senza mai più dimenticare. Egli studiò profondamente le formule segrete dello stile tanto da essere in grado di recitarle perfettamente a memoria. Si applicò molto attraverso lo studio dei testi, imparando i principi e cogliendone appieno l’essenza. Il maestro Chen Jixian lo definì “un talento eccezionale”. Successivamente, Chen Jixian presentò Zhang Wansheng al maestro Li Jiying chiedendo di accettarlo come discepolo, per studiare specificamente il Li Pai Taijiquan.